Un'interessante conversazione del socio Vincenzo Bruno
II club di Pistoia-Montecatini Terme ha accolto prontamente l’invito del Governatore Ferracci a riflettere sull’etica, nell’ambito dell’azione professionale.
Con la collaborazione del socio dottor Vincenzo Bruno, ex-direttore di Banca d’Italia, che ha curato l'introduzione e l'interessante dibattito, è stato sviluppato il tema: Etica ed economia.
La crisi sistemica in atto nell'economia mondiale induce ad una verifica dei «fondamentali del capitalismo». I critici evidenziano che:
Il mercato non ha in sé la capacità di autoregolamentazione;
l’esasperante ricerca del profitto porta spesso allo sfruttamento ed alla corruzione;
la sfrenata speculazione finanziaria allarga la forbice tra ricchi e poveri (per cui i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri).
I difensori sottolineano i pregi del sistema che attiva l'iniziativa personale, premia il merito, favorisce la concorrenza, dà lavoro, benessere e sviluppo.
Va riconosciuto che i pregi e i difetti sopra descritti hanno un valido fondamento e meritano entrambi attenta considerazione.
In sostanza occorre ricordare che il modello capitalistico è uno strumento neutro, essendo privo di intrinseci elementi valoriali.
Nell’applicazione operativa i risultati dipendono dagli operatori coinvolti nel processo, cioè dal loro comportamento e dai valori che animano la loro azione.
La globalizzazione ha comportato una invadente supremazia dell’economia e della finanza sulla politica, sconvolgendo gli equilibri ed i modelli preesistenti».
Ora necessita una rivisitazione a cura del mondo tecnico-scientifico, urge l’adeguamento delle istituzioni politiche internazionali, ma soprattutto è indispensabile che l’etica contribuisca ad orientare (se non plasmare) le scelte
di fondo e ad ispirare tutti i soggetti coinvolti nel sistema socio-economico.
L’antropologia individualistica - che caratterizza la cultura attualmente dominante - persegue l'interesse personale, l’accumulazione ed il proprio tornaconto.
E’ tempo di convertirsi invece ad una antropologia relazionale, che pone al centro dell’attenzione generale:
la persona, con 1a sua dignità , la sua dimensione sociale, la sua potenzialità spirituale;
il bene comune, quale valore prodotto da una società che non persegue solo beni materiali;
Una felice sintesi dell’argomento trattato risulta espressa nei seguenti passi della dottrina sociale della Chiesa.
«La cura del bene comune impone di cogliere le nuove occasioni di redistribuzione di ricchezza tra le diverse aree del pianeta,
a vantaggio di quelle più sfavorite e finora rimaste escluse o ai margini del progresso sociale ed economico. La sfida insomma è quella di assicurare una globalizzazione della solidarietà , una globalizzazione senza marginalizzazione».
«Lo spirito della cooperazione internazionale richiede che al di sopra della stretta logica del mercato vi sia consapevolezza di un dovere di solidarietà , di giustizia sociale e di carità universale; infatti, esiste qualcosa che è dovuto all'uomo perché uomo, in forza della sua eminente dignità ».
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