Presentato il nuovo libro del professor Giorgio Petracchi
A quindici anni di distanza, è stata pubblicata la seconda edizione — molto ampliata — del libro del professore Giorgio Petracchi, docente di Storia delle relazioni internazionali all’università di Udine, Al tempo che Berta filava (ed. Mursia, 425 pagine). Il volume è incentrato sulla figura del partigiano Manrico Ducceschi, il mitico comandante «Pippo» e copre il periodo dal 1943 al 1948 con le imprese della Resistenza in Garfagnana e sull’Appennino pistoiese.
Ducceschi fu un personaggio importante nella nostra storia di Liberazione, ma poi completamente dimenticato fino a quando, qualche anno fa, alcuni ex-partigiani della XI Zona sollecitarono Petracchi a colmare quel vuoto.
Il professore ha presentato per la prima volta in assoluto il libro (nemmeno la prima edizione era mai stata presentata), nel corso di un incontro promosso dal Rotary club Pistoia-Montecatini Terme con una sorta di dialogo tra l’autore e l’avvocato Roberto Righi.
Nell’autunno del 1944, la montagna pistoiese fu teatro di un’intensa guerriglia e qui si attestò un tratto del fronte della Linea Gotica. Vi operò la formazione XI Zona Patrioti guidata appunto da «Pippo», più tardi considerata la più attiva dell’Italia centrale e una delle più importanti della Resistenza italiana.
La nuova edizione del libro di Petracchi aggiunge altri tre anni e arriva così all’aprile 1948. In questi anni «Pippo» con la sua formazione puntò a fare una guerra di liberazione nazionale, si spostò sul fronte della Garfagnana a combattere i tedeschi in ritirata e seguì gli americani fino alla Liberazione di Milano avvenuta nel maggio 1945.
Il professor Petracchi è riuscito a ricostruire i collegamenti avuti dalle formazioni partigiane con i Servizi segreti americani attraverso i documenti recuperati negli archivi Usa. Emerge anche che Pippo, insieme a Parri, cercò di fondare una nuova associazione con una scissione dall’Anpi.
Questo libro ci ripropone una serie di personaggi che furono molto importanti in quegli anni. La vicenda storica e umana del comandante Pippo si concluse con il suo suicidio, probabilmente motivato da difficili situazioni economiche, anche se non mancarono indiscrezioni e supposizioni, mai chiarite, che si fosse in realtà trattato di un omicidio politico camuffato come un suicidio.
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