Conferenza dell'archeologa Elena Rossi
Il 15 ottobre si è svolta una serata per molti versi speciale per il nostro Club. Alla Fattoria Medicea la conviviale è stata contraddistinta da una elevata affluenza di soci e loro consorti, in quanto abbiamo avuto l’opportunità di ospitare a cena la governatrice dell’Inner Wheel Ernestina Marinucci, accompagnata dal marito avvocato Bernardino Marinucci, reduce dall’assemblea effettuata nel pomeriggio nel corso della tradizionale visita al club Inner.
L’eccezionalità della serata era dovuta anche all’ingresso di un nuovo socio rotariano, il ragionier Fernando Capecchi, noto manager di personaggi come Panariello, Conti, Pieraccioni e tanti altri, nell’occasione accompagnato dal comico Cristiano Militello, e dalla relatrice, l’archeologa montecatinese Elena Rossi.
Quest’ultima, laureata in archeologia greco-romana all’università di Firenze, ha partecipato a numerose attività di scavo archeologico e, in particolare, dalla data della scoperta si occupa del cantiere delle navi romane di Pisa, prima come responsabile del cantiere e successivamente come collaboratrice del direttore scientifico Stefano Bruni. Tra l’altro, è stata coordinatrice scientifica per l’allestimento delle mostre, che si sono svolte a Pisa, Firenze, New York presso il palazzo delle Nazioni Unite, ad Unna, in Germania, e sta preparando le prossime mostre in Spagna e Portogallo.
Sempre per il cantiere delle navi studia le anfore ellenistiche greco-italiche.
La dottoressa Elena Rossi ha effettuato con l’ausilio di una serie di diapositive una relazione che è stata molto apprezzata dal pubblico. In sintesi ecco cosa ha affermato:
Il ritrovamento dei relitti romani è avvenuto nei primi giorni del dicembre 1998, nel corso di lavori per la realizzazione delle fondazioni del nuovo centro direzionale della Linea Tirrenica delle Ferrovie dello Stato. Gli scavi ad oggi ci hanno consentito di individuare almeno 16 imbarcazioni, di cui otto in corso di scavo e praticamente intatte nella struttura lignea, una palizzata frangiflutti perfettamente conservata, le strutture di una banchina e di un pontile e un'ingentissima quantità di reperti.
Il complesso dei ritrovamenti oggi a disposizione costituisce una realtà di straordinario interesse, in primo luogo scientifico, ma ovviamente anche dal punto di vista della fruizione pubblica.
I rinvenimenti del complesso ferroviario di Pisa San Rossore hanno permesso di restituire a Pisa un ruolo fondamentale di città portuale. Il grande bacino portuale riportato alla luce è infatti direttamente adiacente l’antica Pisa: le mura medievali, proprio nel tratto in cui racchiudono Piazza Duomo, sorgono solo a qualche centinaio di metri più all’interno.
I relitti delle 16 imbarcazioni, diverse per caratteristiche ingegneristiche, dimensioni, giacitura e grado di conservazione, sono datate, grazie ai materiali ad esse associati, in un periodo di tempo compreso tra la fine del I sec. a.C. ed il V-VI sec. d.C.
Otto dei sedici scafi rinvenuti sono pressoché integri e relativi a tre navi onerarie, tre imbarcazioni fluviali, una barca a remi ed una grande barca trovata capovolta; per quel che riguarda gli altri scafi, alcuni sono stati individuati grazie a saggi in profondità ma ancora non sono stati portati alla luce, di altri, andati distrutti in antico probabilmente proprio in seguito al naufragio, non sono stati recuperati che frammenti di fasciame od ordinate sciolte.
Verosimilmente le imbarcazioni sono colate a picco per motivi diversi, connessi sia ad errori di manovra che a cattive condizioni atmosferiche o a difficoltà provocate dalle piene del fiume. Si è notato che i vari sedimenti sovrapposti sul fondale in momenti diversi nel corso dei secoli presentano tutti, pur con le naturali variazioni causate dal moto ondoso e non senza avvallamenti improvvisi e profondi, una forte inclinazione verso nord-ovest, in direzione della linea di costa. La vita del porto, alla luce dei reperti finora recuperati, si inquadra in un lungo arco di tempo: dagli ultimi decenni del V sec. a.C. fino al V sec. d.C.
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