Il vincitore di quattro medaglie olimpiche ha raccontato la sua vita avventurosa
Un mito della vela mondiale è tornato per un giorno a Montecatini, dove era già venuto in ritiro con la nazionale azzurra in preparazione alle olimpiadi di Sidney. Valentin Mankin, vincitore per l’Unione Sovietica di tre medaglie d’oro e di una d’argento alle Olimpiadi, tra il 1968 e il 1980, è stato ospite, alla conviviale di lunedì 6 maggio, del Rotary club Pistoia-Montecatini, accompagnato da Gabrio Zandonà , romano, 25 anni, grande promessa della vela italiana (attuale campione italiano per la classe 4,70 e terzo ai recenti europei).
Dopo una presentazione dell’ex-campione da parte dei soci Roberto Righi e Francesco Baldi, appassionati velisti, è iniziata l’interessante conferenza.
“In questa città - ha detto Mankin ai numerosi soci del club riuniti all’hotel Panoramic - tornerò per un periodo di ritiro anche alla vigilia delle Olimpiadi di Atene del 2004. Lo faccio per tre motivi: molti atleti hanno da smaltire vari problemi fisici e qui possono tornare in piena forma; è un’occasione per uscire dall’ambiente del mare in cui ci siamo allenati per mesi e mesi e, infine, scelgo Montecatini perché mi ha sempre portato fortuna”.
Valentin Mankin da oltre dieci anni vive in Italia con la moglie. Vi venne per curare una figlia e una nipote dagli effetti delle radiazioni di Chernobyl. “Al Gaslini di Genova le hanno curate con amore e le hanno fatte guarire. Decisi di rimanere in Italia come tecnico della nazionale azzurra per offrire la mia esperienza a tanti giovani e dare loro la possibilità di migliorare le proprie capacità . Per un anno ho lavorato ad Alassio e poi mi sono spostato a Livorno. Mi sto battendo perché in questo paese possa essere creato un centro specializzato nella vela. Avete tanti buoni club, ma vi manca un punto di riferimento dove preparare gli atleti che possono conquistare vittorie in tutto il mondo. Con me stasera ho portato Zandonà (nella foto con Mankin che mostra le medaglie vinte in carriera), che possiede tutte le qualità per diventare un grande campione”.
Mankin, eroe russo per lo sport e già direttore generale di tutti gli sport acquatici dell’Unione Sovietica, mostra la fascia con decine e decine di medaglie (tra cui le quattro olimpiche) dal peso di diversi chili. La indossava, quando era chiamato ad assistere alle fastose parate militari sulla piazza Rossa dallo stesso palco dove si trovava Breznev. E ci tiene a raccontare gli inizi della sua carriera: “Ho cominciato a fare vela a 15 anni a Kiev e avrei potuto partecipare già alle Olimpiadi del 1960, se per sei anni non mi fosse stato ritirato il passaporto per una lettera anonima inviata al Kgb, in cui si diceva che se fossi andato all’estero non sarei più tornato. Ne approfittai per laurearmi in architettura e continuare ad allenarmi per conquistare poi tutti i successivi trionfi. Mi ritengo un uomo fortunato, anche se non è certo facile cambiare paese, ma devo tanto all’Italia che salvato mia figlia e mia nipote”.
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