Conferenza del prof. Centauro su Camars, la città del mitico Porsenna
Il Rotary club Pistoia-Montecatini ha festeggiato il 53° anniversario della sua fondazione, facendo un tuffo nel passato. Presentato dal presidente Renzo Giacomelli, Giuseppe Centauro - architetto, docente di restauro ed esperto in archeologia - ha illustrato una sua teoria, frutto di anni di approfondite ricerche, che potrebbe rivoluzionare la storia dell'Etruria e
soprattutto di tutta l'Italia antica.
A pochi chilometri da Pistoia, a Gonfienti, nel territorio di Prato, alla confluenza dei fiumi Bisenzio e Marinella, sta tornando alla luce una grande città policentrica, costituita da molti 'quartieri', da insediamenti non racchiusi da una singola cinta di mura. Insomma, una città 'centrale', sicura, punto di snodo per scambi e commerci. Potrebbe essere - secondo il professor Centauro - l'antica Camars, la capitale dell'Etruria, dove viveva l'aristocrazia etrusca, come testimoniano appunto molti reperti recuperati nel tempo.
Centauro ritiene che la grande città della piana sia stata modellata dalla genialità del più famoso dei re etrusco, quel Porsenna che soggiogò Roma e che assorbì tutta la parte padana e le popolazioni celtiche, fondando le
«dodici città dell'Etruria». Insomma, una 'città ' così strutturata e popolata, 'segnata' urbanisticamente dallo stesso Porsenna dove ci portebbe?
«A far iniziare - ha sostenuto lo studioso - l'era etrusca da molto prima della fondazione di Roma nel 753 avanti Cristo». Centauro è anche convinto che la grandiosa tomba di Porsenna sarebbe proprio nascosta in qualche angolo di questa città sepolta da una esondazione e che gli scavi in corso stanno restituendo all'interesse generale.
Tutte le tessere del mosaico in fase di ricostruzione portano, secondo lo studioso, a una sola conclusione: «Se questa è Camars, e io ne sono convinto, non può che essere la città di Porsenna. Capisco che si tratta di un'attribuzione impegnativa, che obbligherebbe a riscrivere la storia dell'Etruria, e quindi dell'Italia antica. Me ne prendo tutti i rischi».
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