Presentato il lavoro effettuato in S. Bartolomeo in Pantano
E' stato presentato il restauro conservativo effettuato sul prezioso crocifisso ligneo della chiesa di S. Bartolomeo in Pantano a Pistoia nei mesi di settembre ed ottobre. E' stato lo stesso restauratore Daniele Piacenti ad illustrare il lavoro compiuto grazie al finanziamento dell'Inner Wheel Pistoia-Montecatini Terme nell'anno della presidenza di Donata Bonacchi, nel corso di un incontro promosso dal Rotary Pistoia-Montecatini Terme.
Il crocifisso, attribuito alla scuola di Giovanni Pisano ("di sicuro - ha affermato Piacenti - lo hanno eseguito un grande scultore e un grande pittore"), risale al Trecento ed è giunto a Pistoia dalla chiesa di San Marco a Firenze. La realizzazione è incentrata sulla sofferenza di Cristo in croce. "Il crocifisso di legno di pioppo e la croce - ha affermato Piacenti - appaiono di grande qualità . Il lavoro di restauro è apparso subito enormemente impegnativo, perché dovevamo occuparci di diversi metri quadri di superficie. Il nostro obiettivo era quello di salvaguardare la pellicola pittorica, che si stava staccando in tantissimi frammenti con il rischio di perdite irrimediabili".
Ecco perché l'intervento di emergenza promosso dall'Inner, che ha raccolto con grande sensibilità l'appello lanciato dal parroco don Luca Carlesi, è stato ritenuto molto importante. Anche la Soprintendenza ha voluto sottolinearlo: "Ci preme dare risalto - hanno scritto Caterina Caneva e Lia Brunori - a questa iniziativa, che ha consentito un intervento d'urgenza ad un'importante opera della città e nello stesso tempo ha fornito l'occasione per avviare un più ampio e complesso recupero che speriamo di portare a termine e per il quale stiamo cercando i finanziamenti necessari".
Daniele Piacenti ha affermato che il lavoro svolto è stato particolarmente impegnativo, oltre per bloccare il distacco di frammenti dalla statua, per effettuare una campagna di analisi della complessa stratificazione pittorica, che nel tempo si è aggiunta a quella originale dell'autore. L'obiettivo è quello di riportare poi il crocifisso ai livelli originali di colore, che fanno spiccare l'azzurro tratto dall'azzurrite in grani abbastanza grossi per non perdere la bellezza, l'oro zecchino nei capelli e nei bordi delle vesti, il rosso delle gocce di sangue, ben tre strati di verde scuro nella croce.
Cosa occorre ora per riportare il Crocifisso di San Bartolomeo in Pantrano all'antico splendore? "Lo abbiamo stabilizzato - ha affermato Piacenti - di rimuovere il resto. Occorreranno almeno due anni di lavoro in laboratorio ed esami particolari come la Tac, che ormai è diventata abbastanza di routine per le opere d'arte".
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