Un incontro del direttore Giuseppe Mascambruno con i soci di Inner e Rotary
Una serata dedicata alle celebrazioni del 150° anniversario de «La Nazione», il giornale più antico d'Italia per continuità di pubblicazioni, con un incontro interclub promosso dai club Rotary e Inner Wheel Pistoia-Montecatini. L’importanza dell’appuntamento è stata sancita dalla presenza del direttore del giornale, Giuseppe Mascambruno, accompagnato dal vice Piero Gherardeschi.
Parlando sul tema «I giornali tra patrimonio storico e attualità di crisi: il caso de La Nazione, 150 anni di una sfida quotidiana», il direttore Mascambruno ha sottolineato il suo orgoglio, condiviso da tutto il corpo redazionale, di appartenere a questo giornale che celebra quest'anno i 150 anni di vita. Mascambruno ha ricordato che «La Nazione» — con le sue 18 edizioni locali — vanta uno stretto rapporto di fidelizzazione con i lettori: «Il legame con il territorio — ha detto — è un punto di forza inattacabile che ci fa guardare al futuro con fiducia».
Mascambruno ha poi parlato della drammatica crisi che ha investito anche il mondo dell’editoria. Ha citato l’esempio del New York Times passato dai 200 milioni di dollari di attivo del 2007, ai 50 di perdite dell’anno da poco concluso. In Italia la crisi ha portato ad una flessione delle vendite (dopo tanti anni si è scesi sotto i sei milioni di copie vendute ogni giorno), ma soprattutto ad un crollo della raccolta pubblicitaria.
«Comunque — ha evidenziato Mascambruno — la carta stampata, condividendo l’opinione di molti qualificati osservatori — avrà ancora un lungo futuro e tornerà centrale al posto di quella multimediale di Internet, che si è sgonfiata prima del previsto. Determinante — ha sottolineato il direttore — resta la funzione di filtro del giornalista, che deve essere al servizio dei propri lettori».
Al termine della serata, Mascambruno ha donato ai presidenti dei due club promotori dell’incontro, Tiziano Leporatti e Paola Gasperini, una riproduzione in argento della prima pagina del primo numero de «La Nazione» del 19 luglio 1859.
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